Accenni storici e struttura del Reformer

Joseph Pilates dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, fu internato nel campo di prigionia sull’isola di Man dove si trovò davanti ad una realtà drammatica: soldati reduci dalla battaglia menomati dalle ferite, allettati a causa delle malattie e immobilizzati da tempo.
Iniziò da qui i primi prototipi di quello che è ancora oggi l’Universal Reformer, nato dall’idea di applicare delle molle e carrucole ai letti dei pazienti, con lo scopo di aiutarli a ritrovare e mantenere il tono muscolare mentre erano ancora allettati.

Questo è il motivo per cui questo macchinario ha la forma simile a quella di un letto.
La sua particolare struttura, dotata di molle e di cinghie, consente di lavorare in dinamica per coinvolgere tutti i gruppi muscolari e articolari e di lavorare in scarico, adattandosi a chi presenta problemi alla colonna vertebrale.

Le molle, agganciabili e sganciabili in base al livello di intensità, forniscono una traiettoria del movimento chiara e sicura, mantenendo i muscoli attivi sia in fase eccentrica sia in fase concentrica.
Le cinghie hanno invece la funzione di muovere il carrello in avanti e indietro attraverso il movimento di braccia e gambe.

Ma non solo: gli esercizi possono essere svolti in posizione supina, prona, seduta, in ginocchio e in stazione eretta.
Il Reformer ha quindi la caratteristica di essere anche versatile.
Inoltre migliora la propriocezione, accelera l’adattamento neurale attraverso la resistenza al movimento e aumenta concentrazione e coordinazione.